Il Krisnallen è una lingua artificiale sviluppata da Marco Quaranta per il disco "The Sword Of Ice and Fire".
L’uso di lingue artificiali nelle storie fantasy è una tradizione inaugurata da J. R. R. Tolkien, l’autore de Il signore degli anelli. Dopo di lui sono stati in molti gli scrittori a ideare una lingua per le razze che utilizzano all'interno delle loro opere, ma quando Marco ha cominciato a documentarsi per rifinire i testi del disco, ha scoperto che nessuno aveva mai inventato una lingua per i popoli fatati. Ha deciso quindi di lavorare personalmente alla creazione di una lingua che potesse essere utilizzata da Veryan, la protagonista femminile di The Sword Of Ice and Fire.
Il risultato è stato il Krisnallen, che presenta oltre 5000 vocaboli e un sistema grammaticale completo.
Nel disco è utilizzata nella traccia numero 10, "Among Ancient Ghosts".
Il nome Krisnallen deriva dalla radice “krisa-” che appartiene al verbo “krisaain”, che significa brillare, risplendere e dalla parola “ēnall”, che significa, lingua, idioma. Può essere, quindi, considerata la “lingua che brilla” o “la lingua degli esseri che brillano” in riferimento proprio ai popoli fatati che la parlano.
Nella storia che si narra nel disco, questa lingua viene parlata in una terra lontana, chiamata Valandyan, da cui si dice provengano le fate.
È una lingua melodiosa e molto vocalica, con suoni dolci. Il suo alfabeto è composto da trentacinque lettere, di cui ben tredici sono vocali.
Nella creazione delle regole grammaticali, Marco si è ispirato a molte lingue europee realmente esistenti. Nel Krisnallen si trovano influssi di italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco, irlandese, finlandese, norvegese e latino. Ha dato alla sua lingua una struttura SVO, e ciò rende il metodo di costruzione delle frasi molto simile a quello dell’italiano. Queste regole sono state, tuttavia, unite ad altre del tutto inventate e non presenti in lingue reali, per renderla più credibile; dopotutto è parlata da un popolo che ha caratteristiche molto diverse dalla razza umana.
Per completezza, è stato appositamente creato anche un alfabeto (in quanto era piuttosto inverosimile che un popolo così diverso dagli uomini usasse l’alfabeto latino).
Un esempio di questo alfabeto si vede nell’immagine successiva.
(Usando l’alfabeto latino, si traslittera come “Krisail ŧaran, dar” ed è il saluto principale dei popoli fatati. Si traduce letteralmente con la frase “Risplendi per sempre”).
L’uso di lingue artificiali nelle storie fantasy è una tradizione inaugurata da J. R. R. Tolkien, l’autore de Il signore degli anelli. Dopo di lui sono stati in molti gli scrittori a ideare una lingua per le razze che utilizzano all'interno delle loro opere, ma quando Marco ha cominciato a documentarsi per rifinire i testi del disco, ha scoperto che nessuno aveva mai inventato una lingua per i popoli fatati. Ha deciso quindi di lavorare personalmente alla creazione di una lingua che potesse essere utilizzata da Veryan, la protagonista femminile di The Sword Of Ice and Fire.
Il risultato è stato il Krisnallen, che presenta oltre 5000 vocaboli e un sistema grammaticale completo.
Nel disco è utilizzata nella traccia numero 10, "Among Ancient Ghosts".
Il nome Krisnallen deriva dalla radice “krisa-” che appartiene al verbo “krisaain”, che significa brillare, risplendere e dalla parola “ēnall”, che significa, lingua, idioma. Può essere, quindi, considerata la “lingua che brilla” o “la lingua degli esseri che brillano” in riferimento proprio ai popoli fatati che la parlano.
Nella storia che si narra nel disco, questa lingua viene parlata in una terra lontana, chiamata Valandyan, da cui si dice provengano le fate.
È una lingua melodiosa e molto vocalica, con suoni dolci. Il suo alfabeto è composto da trentacinque lettere, di cui ben tredici sono vocali.
Nella creazione delle regole grammaticali, Marco si è ispirato a molte lingue europee realmente esistenti. Nel Krisnallen si trovano influssi di italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco, irlandese, finlandese, norvegese e latino. Ha dato alla sua lingua una struttura SVO, e ciò rende il metodo di costruzione delle frasi molto simile a quello dell’italiano. Queste regole sono state, tuttavia, unite ad altre del tutto inventate e non presenti in lingue reali, per renderla più credibile; dopotutto è parlata da un popolo che ha caratteristiche molto diverse dalla razza umana.
Per completezza, è stato appositamente creato anche un alfabeto (in quanto era piuttosto inverosimile che un popolo così diverso dagli uomini usasse l’alfabeto latino).
Un esempio di questo alfabeto si vede nell’immagine successiva.
(Usando l’alfabeto latino, si traslittera come “Krisail ŧaran, dar” ed è il saluto principale dei popoli fatati. Si traduce letteralmente con la frase “Risplendi per sempre”).